L’AC che vorrei, i tre ambiti di riflessione e azione – cura della dimensione spirituale, formazione, famiglia e intergenerazionalità.
Alcuni di voi hanno ricevuto alcuni spunti che avevo condiviso circa un anno fa, subito dopo la mia nomina a Presidente, in cui avevo cercato di immaginare la nostra Azione Cattolica per il futuro e avevo delineato alcune Parole che figuravano a mio avviso l’immagine dell’A.C.
Accogliente e Famigliare, Semplice e Umile, Profetica e Strumento di Dio.
Se vogliamo, ognuno di questi connotati è strettamente declinabile nei tre ambiti di azione e riflessione che, in continuità, l’A.C. sta approfondendo da tempo, e che sono costitutivi del suo essere.
Cura della dimensione Spirituale
“Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.” (Mt 6,33)
L’Azione Cattolica per diventare accogliente ha un’unica via, accogliere Cristo.
La missione dell’Azione Cattolica è l’annuncio: “per la realizzazione del fine generale apostolico della Chiesa” (Art.1 Statuto dell’AC)
L’impegno dell’ACI, essenzialmente religioso apostolico, comprende l’evangelizzazione, la santificazione degli uomini, la formazione cristiana delle loro coscienze, in modo che riescano a impregnare dello spirito evangelico le varie comunità e i vari ambienti. (Art.2 Statuto dell’AC)
I laici che aderiscono all’ACI: si impegnano a testimoniare nella loro vita l’unione con Cristo e a informare allo spirito cristiano le scelte da loro compiute con propria personale responsabilità, nell’ambito delle realtà temporali. (Art. 3 Statuto dell’AC)
Siamo guidati dal Vangelo e dal nostro Statuto che indicano chiaramente la strada da percorrere. Come vogliamo fare questo cammino è scelta nostra.
Mi permetto di tracciare solo una attenzione legata alla sensibilità personale. Cura della dimensione Spirituale significa sicuramente cammino personale, scelta concreta di sequela di Cristo, preghiera che alimenta la relazione unitiva e intima. Ma anche e soprattutto per noi associati, condivisione del cammino di crescita, sentendosi parte integrante di una comunità. Talvolta, senza incontrarsi fisicamente, ma con la chiara percezione di essere parte di qualcosa di più grande.
Nel pensare come valorizzare la cura della dimensione Spirituale, mi piacerebbe facessimo riferimento a quella regola di vita spirituale che l’azione cattolica ha sempre promosso, ed è ancora oggi una opportunità concreta di proposta specifica.
Formazione
“Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche.” (Mt 13, 52)
I laici che aderiscono all’ACI: si impegnano a una formazione personale e comunitaria che li aiuti a corrispondere alla universale vocazione alla santità e all’apostolato nella loro specifica condizione di vita. (Art. 3 Statuto dell’AC)
Il nostro carattere distintivo è sempre stato la formazione. Declinata poi in ambiti diversi. Che sfocia, o ha sfociato, in momenti storici diversi, in azioni concrete o presenza attiva in ambiti anche extra ecclesiali.
Vorrei farci riflettere sul fine della formazione. Non accademica o funzionale, nemmeno propedeutica all’azione, ma “che aiuti a corrispondere alla vocazione alla santità”.
Pertanto, notiamo tutti la stretta sintonia e caratterizzazione con la cura della vita spirituale.
Affinché i nostri soci, possano trovare un ambiente formativo è opportuno renderlo accogliente ponendoci nell’ottica di diventare noi stessi Strumenti di Dio. Promotori di occasioni di confronto. Puntando su proposte semplici ed essenziali. Sottolineando in special modo la relazione e la creazione di legami profondi. Con molti amici di A.C. ci diciamo che seppur non ci vedessimo da tempo, siamo sempre in grado di riprendere “il discorso” da dove lo avevamo lasciato. Questo sottolinea come la formazione continua si incarni nella bellezza dello stare insieme.
Famiglia ed Intergenerazionalità
“Allora gli furono portati dei bambini, perché imponesse loro le mani e pregasse, ma i discepoli li sgridavano. Gesù però disse loro: ‘Lasciate che i bambini vengano a me, perché di questi è il regno dei cieli.’ E dopo aver imposto loro le mani, andò via di là.” (Mt 19, 13-15)
L’ACI collabora al pieno sviluppo della famiglia, in cui si incontrano la naturale esperienza umana e la grazia del sacramento del matrimonio, e favorisce la promozione del suo ruolo attivo e responsabile nella pastorale, anche offrendole la possibilità di partecipare alla propria attività apostolica. (Art. 9 Statuto dell’AC)
La vita associativa dell’Azione Cattolica Italiana pone al centro la persona, che vuole servire nel suo concreto itinerario di formazione cristiana; è rivolta alla crescita della comunità cristiana nella comunione e nella testimonianza evangelica; è animata dalla tensione all’unità, da costruire attraverso la valorizzazione dei doni che le provengono dalle diverse condizioni ed esperienze di quanti partecipano alla sua vita. (Art. 11 Statuto dell’AC)
L’Azione Cattolica Italiana, per corrispondere a specifiche esigenze formative e pastorali, propone itinerari differenziati secondo le età e le condizioni di vita. Riunisce i bambini e i ragazzi nell’Azione Cattolica dei Ragazzi e i giovani e gli adulti in due Settori. (Art. 12 Statuto dell’AC)
L’Azione Cattolica Italiana persegue le proprie finalità attraverso un Progetto formativo unitario e organico che offre a ogni persona, con la partecipazione alla vita associativa, un accompagnamento finalizzato alla crescita di una matura coscienza umana e cristiana, grazie a percorsi permanenti, organici e graduali, attenti alle diverse età, alle condizioni e agli ambienti di vita, ai diversi livelli di accoglienza della fede. (Art. 13 Statuto dell’AC)
L’essere intergenerazionali è normale per noi di Azione Cattolica. In passato si usava la parola “unitario”, che sottolineava anche il desiderio di “mettere insieme”.
Nella concreta realtà odierna questo tratto diventa, a mio avviso, profetico. La cura dei ragazzi o la proposta di cura spirituale e formazione per i più piccoli (vedi ACR) nasce naturalmente da alcuni adulti che insieme con dei giovani si impegnano nella testimonianza di fede. Le esperienze nate in associazione coinvolgendo diverse famiglie; l’attenzione ai più anziani, come valorizzazione delle relazioni, con iniziative di visita e coinvolgimento in funzione del proprio stato di vita: sono piccoli semi di profezia nella vita della Chiesa.
Mi auguro che possiamo concretizzare attorno a queste tre aree fondanti, non solo delle proposte concrete, ma formare un pensiero coeso e comunicabile in modo distintivo. I tratti di identità della nostra associazione emergono chiari e, almeno per me, sono inequivocabilmente ricchezza per le nostre comunità parrocchiali.
Ivan 26 Ottobre 2024, Verona